Io sono una donna stressata, non lo nascondo e non lo nego, soprattutto non faccio nulla per non stressarmi a parte evitare che lo stress evolva in qualcosa d'altro, tipo ansia o paranoia o preoccupazione. Sono una stressata positiva, o meglio, ho iniziato a incanalare il mio stress in energia buona e fruibile.
L'essere umano è stressato sin dalla notte dei tempi, ci serviva per sopravvivere.
Lo stress è una risposta naturale a una condizione di pressione o condizionamento esterno.
Ora è pomeriggio e io sono stressata perché so che entro sera devo fare un certo numero di commissioni, tipo organizzarmi a fare la spesa entro gli orari di chiusura (domani saranno tutti in supermercato, io devo andare oggi), non ho soldi e quindi devo passare al bancomat, non posso però muovermi perché ho messo su uno stufato e non voglio smezzare la cottura, ho anche un po' di lavoro da smaltire prima dell'inizio del fine settimana (che vorrei un po' godermi), le piante...niente di che ma molto diverso dal trascorrere la giornata in panciolle spensierata. Perché mi stresso però? Nessuna di queste condizioni, se non completata, mi porta a morire...può essere tutto posticipato ma io mi stresso, perché? Perché il mio corpo non sa che io non sono davvero in pericolo.
Immagina una donna primitiva, è pomeriggio e lei sa che dovrà trovarsi una caverna dove dormire prima che faccia buio, procacciare del cibo per non morire di fame, accendere un fuoco, con il passare delle ore aumenta il suo stress. La cosa del trovare una caverna e di scaldarla è primaria, soprattutto per permetterle di chiudersi dentro ed evitare di essere sbranata dalle bestie fuori.
Pensa se la mia amica primitiva non si stressasse: la cena? Ma sì, oggi non caccio niente, andrò domani...vediamo se stasera mi ospita il primitivo che vive due caverne più indietro. Ah fuori c'è una tigre zanna lunga? Pazienza, tutti hanno diritto di stare al mondo, poi con tutta la gente che c'è deve mangiarsi me per forza?
Mica voglia di accendere il fuoco oggi, dormirò così, come sono.
Ecco, io ho il sentore che la mia amica antenata abbia tratto un beneficio dal suo stressarsi, tipo vivere.
Di conseguenza, cerco di tenermi il mio stress, di tenerlo buono e di farne giusto uso, serve.
Come dicevo, il mio corpo risponde a un segnale che gli invia la mia testa. Il mio corpo non lo sa che se non faccio la spesa oggi non muoio. Allora glielo dico io.
Non glielo dico subito, aspetto che mi arrivi l'energia da fruire, il lieve batticuore, le mani che fremono prima di iniziare a fare qualcosa.
Il batticuore che provo è reale, lo stesso che provava la mia amica preistorica, la ragione è inconsistente. Lei stava per morire davvero, io no. Non è vero che la mia editor mi ucciderà se non sistemo quelle cartelle entro fine febbraio, magari passerò un guaio ma non morirò.
Questo pensiero mi aiuta a fare due cose:
Evitare che il mio stress diventi paranoia o ansia.
Risolvere il problema e fare in modo che non diventi un guaio.
Non è sempre facile, non è automatico, richiede un po' di riflessione e analisi onesta, è efficace.
Oggi ci sono due esercizi in ballo, il secondo ti aiuterà a a svolgere il primo.
Trasforma l'energia da stress in energia positiva, motivante, usala per scrivere meglio e metti su pagina bianca tutte le emozioni che non sono reali per te.
Indossa i panni della mia amica preistorica, inventa un racconto, una storia, il tema: sono le tre del pomeriggio e lei deve organizzarsi per la notte e per la cena. Fa freddo, tra due ore sarà buio, gli animali feroci si stanno leccando i baffi. Sei lei, preparati alla notte con lucidità. Sfrutta il tuo stress.
Buoni esercizi, buona scrittura!
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