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Madame No

WRITING COACH - NON SO NIENTE DI TE e poi ho anche altri dubbi.

Aggiornamento: 30 gen 2021


Una selezione di risposte pronte a domande ricorrenti.


SUI CONSIGLI – Nella mia pagina dei servizi ho incluso i consigli a pagamento. Perché dovresti pagare un mio consiglio? Perché ha una duplice funzione, fidati di me:

La prima, la più palese: non hai bisogno (o almeno non subito) di un writing coach a tariffa oraria, ti servono solo un paio di dritte qua e là. La sezione consigli ti permette di ottenere l’informazione che ti serve a un costo più che accessibile.

La seconda, più sottile ma importante: interagire con me, anche solo per un consiglio, ti permetterà di capire se ti piace il mio approccio, se ti trovi bene, se la comunicazione è chiara. Se c’è un sentore di sintonia in quel breve scambio di informazioni. La funzione secondaria dei consigli letterari, in breve, è sperimentare prima di chiedere un’assistenza più consistente.


IO QUI TU LÀ– Un paragrafo sulla trasparenza e sul fatto che sei qui a leggere.

Non amo particolarmente proclamare l’ovvio ma se stai leggendo queste pagine è (anche) perché qualcosa probabilmente non sta funzionando. Forse i tuoi consiglieri (amici, familiari, fidanzati) hanno già detto tutto quanto avevano da dire. Forse non vuoi che le persone a te care sappiano dei tuoi scritti, forse desideri un parere professionale e ti stai orientando tra i vari siti di vari Writing Coach. Non lo so cosa ti abbia portato nelle mie pagine ma sei qui, stai leggendo. Continua a leggere quanto è di tuo interesse, fermati quanto vuoi. Decidi solo poi se contattarmi e parlarmi un po’ di te. Da come scrivo potresti capire che il mio approccio non ti sta bene, ci sta ed è giusto. Nessuno vuole indossare scarpe scomode. Ti dico anche un’altra verità, mi è capitato di trovarmi davanti a autori e autrici che io sentivo non avrei potuto aiutare al meglio. Avrei potuto fare qualcosa di certo ma non sarei mai stata il loro Sensei perfetto. Ho suggerito altri writing coach al posto mio. Ti prometto che se capisco che non siamo fatti per lavorare insieme, io te lo dirò.


SUL METODOUna delle domande che mi perseguitano è: quale è il tuo metodo? Mi si chiede come lavoro con gli autori.

La risposta è che io non ho un metodo standard. Non posso averlo. Il mio metodo deve essere funzionale alle tue risorse di lettura e scrittura. Un paio di cose sono però rilevanti:

Il tempo: se passa troppo tempo, tra una sessione e l’altra, rischiamo di perderci e di perdere il momento giusto per intervenire. Un po’ come quando inizi una nuova cura, i primi risultati vanno monitorati nel breve termine. Preferisco lavorare a tempi corti e obiettivi vicini.

La condivisione: ho bisogno da parte tua di quanta più condivisione possibile e te la chiederò in continuazione. Non sempre gli autori sanno dove vogliono arrivare (sono qui anche per questo), non sempre hanno chiaro in mente cosa vogliono scrivere (sono qui soprattutto per questo), io ci arriverò in un modo o nell’altro, se tu mi condividi le informazioni però farò prima. Un po’ come quando vai dal medico per un mal di pancia, se gli dici sin da subito che ti sei mangiato tutto il panettone, è meglio.


RISPOSTA BONUS

domanda: Madame No, tu hai mai avuto bisogno di un writing coach?

risposta: Ovviamente...Lo psicoterapeuta deve essere sufficientemente sano, ed essere stato in odore di malattia, tanto da comprendere quella dell’altro, in particolare la malattia di vivere – Sigmund Freud






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