Ci sono pochissime cose che mi fanno arrabbiare, quasi nessuna, sono sempre calma come le vacche al pascolo.
Tuttavia...ci sono delle cose che non dovresti mai dirmi, una su tutte:
Ho appena finito di scrivere questo testo, te lo mando subito, ancora non l'ho riletto, fammi sapere come posso migliorarlo!
NO!
Io questa cosa non la faccio.
Ma non preoccuparti, ti aiuto lo stesso!
La scrittura di pancia è bellissima, è la parte divertente e terapeutica (per qualcuno), è la nostra energia che fluisce bene, le dita che sfiorano la tastiera, sembra di volare, è un flusso di parole senza soluzione di continuità. Magia, ipnosi, bellezza.
Bravo, bravissimo, si dovrebbe scrivere sempre così ma te lo tieni per te.
Non chiedermi mai di leggere un lavoro che tu stesso ancora non hai riletto, soprattutto non chiedermi di migliorarlo, ti spiego perché:
I TEMPI DEL MANOSCRITTO sono almeno due (sono molti di più ma li vediamo un passo alla volta). C'è il tempo della stesura, vedi sopra, e il tempo della rilettura. Il lavoro va strutturato, anche se pare semplice ci sono delle complessità da affrontare ed è a tua cura, non può occuparsene nessuno che non sia tu. Attenzione che non sto parlando di editing, si tratta proprio di stesura.
Il testo scritto di pancia, per quanto naturale e immediato, di solito presenta delle dimenticanze, omissioni, parti che semplicemente ti sono rimaste in testa e non hai ancora scritto. L'unico modo di scovarle è andare a rileggere. In questo momento sei l'unica persona al mondo che sa cosa volevi trasmettere.
Se lo fai subito dopo avere scritto, i tuoi pensieri saranno i medesimi, continuerai a non accorgerti delle omissioni, di ciò che hai in testa. Ti consiglio quindi di tenere il testo in forno, in caldo, per almeno un paio di giorni. Lascialo lì, se lo ami...lascialo stare. Quando lo rileggerai ti salteranno subito agli occhi le piccole cose da sistemare, le aperture da fare, i refusi. Ti accorgerai di tutto.
Ti assicuro che è così!
Fidati.
Buona Scrittura!
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